Molti anni fa quando ero ragazzina pensavo che Pistoia fosse una città grigia, come grigi erano per me i palazzi i monumenti polverosi e tetri. Era una città per dormire, vivere i giorni lavorativi e scolastici e.....poi sognare altri luoghi, altre città , altre città da sogno. Forse non era del tutto vero, ma neanche falso:era una città coperta di polvere triste che oscurava il suo passato ed i suoi tesori, che erano gli stessi di adesso , ma invisibili.
Ecco era una delle città invisibili descritte da Italo Calvino in cui gli abitanti non riuscivano più a vederla e a "viverla":"... percorrendo tuttti i giorni gli stessi tratti di strada e ritrovando tutti i giorni il malumore del giorno prima incrostato a piè dei muri. Per tutti viene il giorno in cui abbassiamo lo sguardo lungo i tubi delle grondaie e non riusciamo più a staccarlo dal selciato".
Ma un giorno sono entrata per caso o per immensa fortuna a lavorare per promuovere il turismo di Pistoia. Turismo è una parola troppo usata che ha perso da molto tempo i suoi valori che è meglio ricordare: Turismo vuol dire viaggiare, scoprire nuovi posti, spendere il proprio tempo libero fuori dalla propria città. Ma vuol dire anche scegliere un posto fra mille altri in cui passare una parte del proprio tempo delle proprie "vacanze".
Nell'anno 2000 amavo viaggiare in Europa, in Italia , ma ancora non riuscivo a credere e vedere Pistoia come un posto privilegiato e non avevo mai considerato che altri la potessero "scegliere come propria meta di vacanza". Assieme a me tantissimi pistoiesi la pensavano così e se per caso si incrociava qualche sparuto turista tutti si domandavano: Ma che ci viene a fare?
E poi ... ho visto la mia città che amavo, non più come una piccola città polverosa di provincia, tesoro tranquillo e personale da tenere nel cassetto ,... ho visto la mia città con gli occhi degli altri, dei visitatori che guardavano incantati in alto sui tetti, sulle facciate ed i cornicioni dei palazzi in pietra che "scoprivano questo tesoro sconosciuto", che usciti dalle colonne di turisti di Firenze si sentivano pionieri ed esploratori di un'altra Toscana sconosciuta.